Cartoline da Castel Gandolfo - Il ricordo rende immortali

Chiudete gli occhi e immaginate una distesa di fiori rosa, fiori di pesco, che all’arrivo di ogni primavera colorava Castel Gandolfo, dalla valle del Lago fino a Pavona.

Ultima modifica 19 aprile 2024

Una distesa di frutteti che adornava la cittadina e che tra luglio ed agosto regalava i frutti succosi che durante l’anno i contadini del paese coltivavano nei loro terreni ricchi di terra vulcanica, come racconta con passione Luciano Mariani, nostro concittadino, saggista e "memoria storica" di Castel Gandolfo.

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Era la fine degli anni ’20 del ‘900 e a quel tempo i Castelli Romani erano rinomati per le coltivazioni, dalla vite, alle fragole, alle pesche.
Fu così che il 24 agosto del 1929 si tenne la 1° Fiera delle Pesche in omaggio alla regina dell’economia locale: “la pizzutta”, la pesca conosciuta come Aiale o Super Berta a pasta gialla con il nocciolo rosso fuoco.

In queste 84 edizioni di festeggiamenti castellani per celebrare la pesca si sono tramandate alcune tradizioni, nonostante lo scorrere del tempo e il mutare della società, tra queste la benedizione delle pesche sul sagrato della Chiesa Pontificia di San Tommaso da Villa Nova, la consegna dei cestini di pesche ai pontefici e la voglia di ritrovarsi ogni anno nell’ultimo fine settimana di luglio a festeggiare insieme in piazza la storia e il folklore della nostra città.

Oggi è il giorno dell'84esima Sagra delle Pesche, ma in questo anno inaspettato, ci siamo dovuti prendere una pausa dai festeggiamenti in piazza. Torneranno, più belli di prima!

Realizzato con il contributo "Eventi delle Meraviglie 2020" e prodotto da Eccolo Marketing in collaborazione con il Comune di Castel Gandolfo


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