La galleria di street art a cielo aperto a due passi dal borgo
800 metri di murales che uniscono arte, riqualificazione urbana e promozione culturale
Ultima modifica 17 aprile 2024
Nel dicembre 2016 i muri del Terminal Bus di piazza Sandro Pertini e del sottopasso pedonale Chateauneuf du Pape di Castel Gandolfo hanno ripreso vita con un'opera di riqualificazione urbana che ha portato nell'area di accoglienza turistica colori, opere d’arte ed emozioni. Ottocento metri di murales, a due passi dal centro storico di uno dei Borghi più Belli d’Italia, firmati da artisti nazionali e internazionali.
Grazie alla presenza di un unico contesto artistico e a una linea di continuità tematica le opere murali realizzate da sette artisti, sotto la direzione di Franco Galvano e Alan Bianchi, formano una vera e propria galleria di urban art: ad oggi il primo ed unico esempio presente nella Città Metropolitana di Roma Capitale.
L’iniziativa, nata per contrastare il degrado urbano e porre l’accento attraverso l’arte su importanti tematiche sociali come la lotta alla violenza di genere e la promozione dell’accoglienza dei migranti, è nata su iniziativa del Comune di Castel Gandolfo che ha aderito al progetto Arte e Città a Colori di Franco Galvano, con la collaborazione del Country Club di Castel Gandolfo, la direzione artistica dell’associazione culturale Progetti Smarriti e il supporto di FARE Castelli.
Le opere e gli artisti
Scendendo da viale Antonio Costa si incontra il primo murales realizzato dalla street artist romana Alessandra Carloni, la quale ha firmato anche gli interventi successivi posti nelle nicchie del Termina Bus. I suoi paesaggi surreali e fantastici, che proiettano lo spettatore in una dimensione onirica, sono popolati da paracaduti, navi volanti e mongolfiere. Con la tecnica a pennello su cemento e con vernici al quarzo, la street artist ha rappresentato Castel Gandolfo in chiave surreale: una città sospesa su una montagna che si fa, nonostante tutto, accogliente.
Nel portico sotto il Terminal Bus e nella successiva esedra vi sono le toccanti rappresentazioni, lavorate a mano libera e con bombolette spray, firmate da Neve. Il noto street artist torinese, di fama internazionale, ha realizzato due Madonne caravaggesche, iperrealistiche e ultra fotografiche. Caratteristiche che l’artista ha reso, per esempio, nel volto della Madonna con bambino grazie all’utilizzo di 72 colori differenti e nella trasparenza del velo con l’uso di diverse tonalità di bianco. L’altra sua opera che si staglia nell’asola dell’esedra è un vero e proprio omaggio alla Vergine Morente di Caravaggio.
La tematica delle donne è affrontata invece da Tina Loiodice che ha realizzato sotto il portico del Terminal Bus due volti di una stessa donna, raffigurata prima da bambina e successivamente da adulta. Nelle due opere vi è un esempio di contaminazione degli artisti che hanno lavorato fianco a fianco alla realizzazione di questa galleria di urban art. Qui, difatti, Loiodice riprende la colatura tipica di Cristina Milakovic.
Durante la realizzazione dei murales si è pensato di fare un omaggio ad una cittadina di Castel Gandolfo, lì dove il marito è solito passare ogni giorno. È stato così realizzando il suo volto da bambina nel fiore dipinto nell’opera che Tina Loiodice ha realizzato in una delle due pareti del sottopasso pedonale Chateauneuf du Pape.
Il tratto distintivo della tecnica a vernici e pennelli con la caratteristica ombra e la colatura della vernice di Cristina Milakovic è invece presente nelle nicchie e nel grande murales del sottopasso pedonale Chateauneuf du Pape che raffigurano i paesaggi di Castel Gandolfo.
Morden Gore firma altre due opere che raccontano l’accoglienza, realizzate con tecnica mista a vernici e pennello. Sotto il portico del Terminal bus incontriamo una donna velata e lungo le pareti della scala del sottopasso pedonale Chateauneuf du Pape, entriamo nella grande opera “Dente di leone”. Qui con i blu e gli azzurri si racconta il viaggio via mare e l’incontro di più culture, come l'asciugamano blu che i migranti ricevono all’arrivo a Lampedusa e che, poi, mettono sul capo come da loro tradizione.
L’ultima opera in termini cronologici che si è aggiunta nel 2017 a completamento della preziosa galleria di urban art è la foresta incantata che colora e rende vivi i muri del Terminal bus di Castel Gandolfo firmato dall’artista Mauro Sgarbi. Uno spazio di “Surrealta”, come lo ha definito lo stesso street artist, dove il fruitore è totalmente immerso nell’opera, interagendo con essa e attraversandola.
Muri dipinti contro le mafie
Un altro murales di 180 metri quadri è stato realizzato, dall’artista Krayon e dagli studenti del Liceo artistico C. Battisti di Velletri, anche a Pavona di Castel Gandolfo a marzo del 2018. Qui I muri dell’Oratorio della Parrocchia Sant’Eugenio a raccontano la storia di nove uomini e donne vittime di mafia attraverso i loro sguardi e i loro volti: Don Puglisi, don Peppe Diana, Renata Fonte, Giancarlo Siani, Rosario Livatino, Annalisa Durante, Lea Garofalo, Palma Scamardella e Rita Atria.